Senza pelle by Eleonora Fioravanti

Senza pelle by Eleonora Fioravanti

autore:Eleonora Fioravanti [Fioravanti, Eleonora]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788862064880
Google: kSF2swEACAAJ
editore: Vertigo Edizioni
pubblicato: 2017-02-15T05:59:47+00:00


CAMILLA

Che palle! Era sabato, faceva freddo e pioveva, nonostante fosse il primo giugno. Gli ospiti della villa, via via, si stavano radunando nel grande salone ed io, a causa del cambiamento della terapia, ero sveglia dalle 5.30 del mattino. Il bar era ancora chiuso e la colazione sarebbe stata lontana a venire. Dovevo aspettare le 8.00, cosa per me inaccettabile.

La sera prima avevo dimenticato di caricare il mio iPhone e quando, per la prima volta dopo tanto tempo, quel mattino rividi l’alba, avrei voluto poter fotografare quel momento per poterlo ricordare, ma non avevo con me la tecnologia necessaria. Seduta nel grande salone, vicino al pc di Giacomo che, per tutto il tempo, aveva emesso le splendide note dei Pink Floyd, avevo trascorso il tempo tra una partita a Burraco online e una a Ruzzle, sempre come giocatrice solitaria: a causa dei farmaci, non ero in grado di condividere neanche i giochi, data la lentezza dei miei processi mentali e, di conseguenza, dei miei movimenti. Il mio unico neurone arrancava.

Vicino a me si alternavano Veronica, Valerio, Luigi,

Antonello e Camilla. Già, Camilla! Non sapevo molto di lei, tranne che aveva 17 anni e che era una ragazza madre con una bambina di nome Sara, di circa un anno e mezzo. Sapevo che stava lì da tre mesi, immagino per tossicodipendenza, un tormento che in quella villa affliggeva molti ragazzi e molte ragazze.

Camilla mi colpì in modo particolare, dritta al cuore, forse perché risvegliava in me l’istinto materno. Tutta l’anaffettività che avevo nei confronti di mia figlia, con lei sembrava non esistere. L’avrei riempita di baci amorevoli, come una mamma protettiva e sensibile alle sue esigenze. Mi trovai a preoccuparmi per lei, dei suoi continui cambiamenti di umore, dei suoi tormenti. Avrei voluto saperne di più, ma non volevo essere invasiva, visto che, secondo me, la sua giovane vita era già stata sufficientemente invasa.

La vidi bella, con lunghi capelli castani, magra, sempre accaldata, sempre seminuda, un’aria sicura di sé, a tratti arrogante, aggressiva… ma questo era quello che appariva, la sua maschera. Stava costruendo intorno a sé una barriera di mattoncini che, negli anni, le avrebbe reso difficile essere effettivamente felice, anche se, apparentemente, lo sarebbe sembrata.

Avrebbe soffocato il suo Io per paura di farsi di nuovo male, non sapendo ancora che questa sarebbe stata la sua peggior decisione.

Ecco, io avrei voluto dirle queste cose, riuscire a spiegarle che, a 17 anni, poteva ancora permettersi di essere felice, poteva ancora permettersi di non aver paura, che il suo IO tormentato avrebbe potuto essere, finalmente, sereno soltanto dal momento in cui LEI fosse stata disposta ad ascoltarlo, quando avrebbe deciso di NON aver paura di se stessa. Era magnifica, solare, una forza della natura.

In lei sentivo racchiuse la forza e l’energia sufficienti per avere una vita realizzata e ricca di passione. Sapevo, lo sapevo, che quella forza che vedevo nitidamente risiedeva nel suo Io. Al di là dell’affetto e dell’empatia che quella ragazzina aveva scatenato in me – resuscitando un’affettività di mamma, scomparsa



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